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martedì 5 maggio 2015

LO SPIRITO SANTO INSEGNERA OGNI COSA!


IL PADRE NEL FIGLIO

Van. Giov. 14.


Vediamo di capire bene questa parola di Gesù:

1 «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me.

Come ho già detto in altri articoli la fede, è la fedeltà e la fiducia che si deve avere sia in Dio che in Gesù.


2 Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto;


Questa indicazione è chiara, è in relazione al tesoro che si accumula in cielo, il posto lo si conquista con il bene che si fa al prossimo e con le preghiere. Gesù dice che prepererà un posto perché ne è degno.

3 quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io.

“Sarò andato “parlava in relazione alla sua morte, dice che preparerà un posto e poi tornerà e prenderà i suoi con se. “perché siate anche voi dove sono io. “4 E del luogo dove io vado, voi conoscete la via». Cioè sapere per dove si va e come si entra.

5 Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?».

6 Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

Gesù svela che percorrendo la sua vita, la strada che egli ha percorso, noi potremo entrare con lui nel regno dei cieli. Nessuno può arrivare a Dio senza la sua volontà.

7 Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Qui ribadisce che lui e il Padre sono la medesima persona, per quanto anch’Egli si distingue dal Padre.

8 Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
Filippo non aveva inteso le parole di Gesù!

9 Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre?

Qui Gesù riproverà Filippo e gli Apostoli perché non hanno compreso che in realtà Gesù è il Padre!

10 Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere.

Qui ancora una volta ribadisce il concetto “io sono nel Padre e il Padre è in me” io sono, primo tempo del verbo essere, ma indica che lui esiste è proprio il verbo il Padre eterno usò per indicare a Mosè chi egli era, e dato che solo il Padre eterno lo può usare, un tempo determinativo, sta ad indicare che l’uso di questo verbo e della prima persona singolare, indica che Gesù è la stessa persona del Padre, Io Sono! “Io sono nel Padre, cioè dentro di Lui e il Padre è dentro di Me”, in Pratica sta dicendo che Gesù è l’incarnazione del Padre eppure egli è anche il figlio.

“Le parole che io vi dico, non le dico da me”; non è Gesù che parla, non è il Gesù uomo che parla, ma è il Padre che vivendo in Lui, parla per Lui e con la bocca di Gesù.

ma il Padre che è con me compie le sue opere. Inoltre aggiunge il Padre che è con me, dice con me, indica che è assieme al figlio, unito in un unico corpo, poi dice compie le sue opere, Gesù da rilevanza al fatto che non è il Figlio a compiere le opere ma è il Padre che le compie, inoltre specifica che il Padre mediante quel corpo, del figlio compie le Sue opere, come per dire che il Padre compie certe opere, mentre il figlio ne compie altre.

11 Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse.

Qui Gesù ribadisce ancora il concetto perché vuole che i suoi discepoli capiscano la verità, ma dice se non siete capaci di comprendere per lo meno credete per le opere che sono compiute.

12 In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre.

In questa frase, fa notare un particolare, che forse è sfuggito a molti dottori della chiesa, dice che ci saranno altre persone che pur credendo in Gesù, faranno miracoli, ma lo dice usando un termine: “compirà le opere che io compio” usa il verbo IO, come per dire che queste persone faranno miracoli anche più grandi di quelli di Gesù, ma solo di quelli di Gesù, non parla del Padre. Non ha usato per nulla termine io, per indicare se stesso, ma non ha indicato il Padre Suo, questo indica che gli uomini posso fare miracoli più grandi di quelli di Gesù stesso, ma non più grandi di quelli del Padre Suo. Ecco dicendo “perché io vado al Padre,” sottolinea proprio questa natura, che i suoi miracoli sono di un tipo, mentre quelli del Padre suo sono di altro tipo. In sintesi Gesù dice che alcuni uomini potranno fare miracoli più grandi di quelli di Gesù ma non più grandi di quelli del Padre.

13 Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio.

Ecco qui specifica un altro concetto che richiama sempre la natura duale del Figlio, che è Figlio ma che la tempo stesso è Padre. Qualunque cosa chiederete nel mio nome al padre mio, io la farò!! Per io voglio che il Padre mio sia glorificato in me! Quindi il Figlio porta in se il Padre. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

15 Se mi amate, osserverete i miei comandamenti.

16 Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, dice Io che sono il figlio nel Padre, prego per voi affinché il padre vi conceda lo Spirito Santo consolatore, perché rimanga con voi in eterno.
17 lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi.

Spirito di verità è lo Spirito santo! Interessante dice “che il mondo non può ricevere” dice che il mondo cioè l’uomo non lo vede e non lo conosce, qui c’è da chiedersi chi fa conoscere all’uomo lo S. Santo? Gesù! Per vederlo bisogna conoscere Gesù, ma per conoscere Gesù bisogna aderire alla sua parola e metterla in pratica. Quindi per avere lo Spirito Santo, bisogna aderire a Gesù, credere e aver fede, vivere la vita di Gesù, allora Gesù ti porterà lo Spirito Santo e tu potrai vederlo e conoscerlo. Poi parlando agli apostoli dice voi lo conoscete, perché lo spirito santo sta dentro le vostre anime.

18 Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Qui promette un ritorno.

19 Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete.

Qui parla della sua morte e poi anche del suo ritorno in vita, e dice voi invece mi vedrete, questo sta ad indicare che gli altri non lo vedranno, il termine voi invece, indica proprio gli apostoli e non gli altri. Quindi loro lo videro, perché Gesù è vivo , anzi dice io vivo, sta ad indicare che la sua vita è eterna e dice poi voi vivrete, perché i discepoli avevano conosciuto Gesù, accettato Gesù e vissuto come Gesù quindi tutti loro sarebbero stati viventi, cioè vivi in eterno.

20 In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi.

In quel giorno è riferito al giorno in cui Gesù si mostro ai discepoli, e gli dice allora voi saprete che Io sono nella persona del Padre e voi in me e io in voi, in sostanza gesù ha ripetuto la medesima frase che ha usato per indicare che egli è il padre e il padre è in lui, così Gesù dice ai suoi apostoli.

21 Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama.

Ribadisce che chi osserva i comandamenti di Gesù, ama Gesù. quindi ci dice molto semplicemente che bisogna rispettare alla lettera le sue parole.

Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui».

Chi ama Gesù e quindi fa della legge di Dio la sua legge, il Padre eterno, lo amerà, e Gesù promette che si manifesterà a lui.

22 Gli disse Giuda, non l'Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?». 23 Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.

Questa frase è interessante nella l’ultima parte: ” e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.” Noi verremo a lui, sta dicendo che Lui e il Padre(NOI), e prenderemo dimora presso di Lui, sta dicendo che Dio prenderà dimora presso l’anima di quella persona.

24 Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

Qui ribadisce ancora che la parola che Gesù dice non gli appartiene perché è il Padre che parla mediante lui.

25 Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi.

26 Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

Qui c’è un particolare interessante. Dice che lo S. Santo insegnerà ogni cosa ….. e ricorderà agli apostoli in questo caso, qualsiasi cosa che Gesù aveva detto … ma la parte interessante è questa: lo S. Santo insegnerà ogni cosa ….. Significa che se Dio vuole, lo Spirito Santo insegnerà qualsiasi cosa che non è stata detta da Gesù, ma allo tempo stesso, ricorderà agli apostoli, quello che Gesù ha insegnato loro.

27 Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Di quale pace Gesù parla?

Questa frase che sentiamo sempre in chiesa, ha un senso ben preciso, parla di due tipi di pace diversi tra loro, “vi lascio la pace” lasciare indica seminare un certo tipo di pace, sta dicendo che semina la sua parola (lascia la sua parola), mediante gli apostoli, cioè gli apostoli seminano la sua parola; poi aggiunge “vi do la mia pace” questa pace è del verbo donare, è il potere che Gesù ha in sé, di donare se stesso agli apostoli e a quanti abbracciano la fede in Dio. Quindi lascia se stesso, come insegnamento e dona se stesso come potere!

Non come la dà il mondo, io la do a voi. “Non come” sta ad indicare in modo diverso, Gesù sta dicendo la pace che viene data agli apostoli sarà diversa da quella data al mondo, in pratica Gesù parla di due pace diverse.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.

Non vi agitate e non preoccupatevi ….

28 Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me.

Vado e tornerò nel futuro a voi, “se mi amaste” cioè indica l’incapacità reale di amare realmente Gesù, sareste contenti che io vado dal Padre, e Gesù dice che il Padre suo è più grande di Lui. In ciò fa distinzione tra Lui e il Padre anche se il Padre suo è in Lui.

Ora questo discorso io l’ho già fatto in altro articolo, e si può capire il discorso di Gesù facendo un semplice esempio, umano: noi siamo figli dei nostri genitori, abbiamo in noi metà del patrimonio genetico dell’uno e dell’altro, cioè metà del maschio e metà della femmina, cioè metà del padre e metà della madre, in sostanza in noi vive il padre e la madre al 50% per ognuno, noi in sostanza siamo padre e madre allo stesso tempo, potremo dire che siamo sia il padre che la madre, Quindi Gesù ci sta dicendo che lui è nel padre e il padre è in lui, è perfettamente coerente con la nostra logica e anche genetica. Ma al tempo stesso Gesù dice, il padre suo è un'altra persona, che è più di lui stesso.

29 Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate.

30 Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me,

“non parlerò più a lungo con voi” indica che il tempo suo in questo mondo, si stava accorciando, e dice “che sta arrivando il principe di questo mondo”, in riferimento a satana, ma precisa che il maligno ha potere solo sul mondo, non su di Lui che è Dio con Dio e Figlio di Dio.

31 ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato. Alzatevi, andiamo via di qui».

Gesù sottolinea ancora una volta che fa tutto quello che il Padre Suo vuole e gli ha comandato e specifica che lui deve dire quelle cose, perché il mondo sappia la verità!, Perché fa questo discorso?, perché così nessuno può dire una parola diversa dalla sua..

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Ho sempre scritto che personalmente divido i testi che Dio da me, da quelli che non sono dati da Dio a me, apponendo al testo il termine Messaggio, per far capire che il testo viene da Dio, mentre dove non vi è scritto"MESSAGGIO" sono io che scrivo e quindi da prendere con le pinze, non farò mai come facevano i profeti di un tempo che mescolavano i loro pensieri ai testi ricevuti da Dio , per cui tutto diveniva di Dio, anche le eresie, poi insegnate anche attualmente dalla chiesa ai successori."Bisogna anche dire che data l'istruzione che ricevetti da Dio fin da bambino, è indubbio che alle volte faccio uso di essa, però posso sempre errare, non sono Dio!