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martedì 30 agosto 2016

IL REGNO DEI CIELI E SUOI TALENTI

IL REGNO DEI CIELI E SUOI TALENTI



DIVORATE TUTTO QUELLO CHE POTETE DIVORARE DELLA PAROLA DI DIO

Non accontentatevi mai, chiedete a Dio sempre di più, ed egli ve la darà, ma chiede con umiltà dopo aver dato tanto al Signore. Perché Egli ci ama tutti indistintamente.

Matteo 25


1 Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo.

Spieghiamo cosa significa questa prima frase, secondo la spiegazione della teologia è un po riduttiva, mi scuseranno, ma bisogna dir quel che è.

La chiesa ha accentrato tutto il discorso sulle lampade, ma qui manca qualcosa.

Dice “Il regno dei cieli è simile a dieci vergini.” qui c'è un paragone, perché?

Le vergini sono soggetti femminili di solito esse si mantengono pure e caste, intoccabili, il fatto di porre il termine simili, sta ad indicare che il regno dei cieli assomiglia a queste vergini pure , è un luogo incorrotto, dove nulla lo può toccare, dove tutto ciò che è corruzione non esiste.

Cos'è corruzione?
La morte è corruzione della vita, ciò che fa terminare la vita è uno stato di corruzione, ciò fa capire che il nostro DNA è corruttibile, cioè si può modificare e non rimane stabile nel tempo, può rovinarsi, questo rovinare, determina delle varianti rispetto al codice genetico iniziale che portano l'uomo, gli animali, le piante, verso la morte, quindi la fine delle vita.
Tutto ciò che noi esprimiamo con accettazione negativa, diviene corruttibile, la menzogna è una corruzione dello spirito, dei pensieri, delle azioni, quindi corrompe la buone azioni che diventano cattive. Qui fa ben comprendere che il regno dei Cieli è un luogo dove la corruzione non esiste, e che esiste l'immortalità, l'incorruttibilità, la perfezione, etc.

Il fatto di identifica in senso quantitativo il numero delle vergini, non è causale, Gesù non prende un numero a caso, prende un 10 che un senso ben preciso.

Ora dice, che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo.”
Le lampade sono le anime, ma queste lampade emettono luce, essendo il regno elevato all'infinito di Dio, le anime sono di uno splendore che noi uomini non possiamo nemmeno immaginare, queste esco, dal Regno Eterno, cioè si sono preparate per andare incontro al loro sposto che è Cristo, il fulcro del loro essere incorruttibili . Il Regno dei cieli è immortale, puro, perfetto e vive nei secoli eterni, in attesa del grande sposalizio celeste con Cristo, cioè la ricongiunzione, questa è avvenuta il giorno in cui Cristo si è immolato per tutta la Creazione, non solo per noi umani, Egli è colui che ha riconquistato ciò che l'avversario, aveva sottratto a Dio con la sua defezione, ecco perché Egli è lo sposo, e il Regno dei Cieli, va incontro al suo Sposo, nel momento della sua Resurrezione. Il regno dei Cieli altro non è che un modo per dire la figura del Padre Celeste, mentre lo Sposo è il figlio Gesù Cristo, il Padre e il Figlio si sono ricongiunti.


Ma qui abbiamo un altro senso...andiamo avanti a leggere, dice:

 2 Cinque di esse erano stolte e cinque sagge;
Questa frase intende dire che tutti non solo tra gli uomini vengono messi alla prova ma anche nel Regno dei Cieli, su 10 vergini ve ne saranno 5 che sagge e le altre 5 stolte, è un senso di equilibrio che ci viene proposto. 5-5 = 10.
Non 3 -7 ma 5- 5.
Questo fa capire che nel regno dei Cieli è tutto in equilibrio.
Vediamo il senso.


3. le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio;

Cos'è l'olio?
Secondo il nostro intendimento di esseri umani, l'olio è il combustibile che fa funzionare le lampade, quindi questo olio di cui Gesù parla è un parallelismo.

Di che olio parla?
Esso è lo Spirito Santo, l'olio di cui fa riferimento, che viene all'uomo, solo mediante le sue azioni, le preghiere, le opere di bene, tutte queste cose, portano all'uomo olio che mantiene viva la fiamma che c'è nelle loro anime, per cui esse poi potranno dar luce.
Quindi le cinque vergini stolte non comprendono che senza quell'olio loro non potranno accendere le loro lampade, quando quel poco olio che hanno nelle lampade finirà. Si perché per poter uscire e andar incontro a Cristo, devono essere tutte e 10 alla pari, quando escono dal regno. È il viaggio che fanno che le metterà in difficoltà.


4 le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi.
Qui la cosa interessante sono i vasi, piccoli, non grandi, perché?

Il vaso se è grande si fatica a portalo, mentre se è piccolo se ne possono portare molti, ciò intende dire che quello che serve non sono le opere immense, ma piccole opere, piccole cose. Nel piccolo sta l'umiltà, nel piccolo sta la semplicità, nel piccolo sta il bambino ecco si ricollega al concetto dei bambini tanto caro a Gesù. Tutto ciò che è tenero, umile, fragile, povero, candido, innocente, è piccolo, cioè minimo, fa capire che a Dio piacciono le cose semplici, umili, povere, fragili, piccole. Non è un Dio che ma l'oro, ne lo sfarzo, ne il lusso, ma ciò che vale di più, l'amore, la pietà, tutto ciò che nel piccolo è grande. Per questo il piccolo contiene il grande.


 5 Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono.
 6 A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro!
 7 Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade.
 8 E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. 
9 Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. 

Questo fa comprendere che non bisogna dormire, che non bisogna essere inattivi, che non bisogna essere pigri, che non bisogna attendere nessuno che ti aiuti e non bisogna aspettarsi nulla da nessuno. Il dormire ha proprio questo senso, un attesa senza far nulla agisce su di te, fa capire anche che quell'olio contenuto nelle lampade se non viene mantenuto allo stesso livello, si consuma, per cui il cristiano deve sempre continuamente rifocillare la sua lampade di olio e averne in scorta.
Così le cinque stolte trovandosi senza olio, chiesero alle altre se ne avevano un po per loro, ma le altre saggiamente rispose se ve ne diamo a voi a noi cosa rimane? Giustamente! Questo fa capire che le opere non si posso spartire, ne una persona può farne per altri, le opere che ognuno di noi fa verso gli altri e verso il Signore, sono solo opere nostre, non possono e non potranno mai divenire opere degli altri, il Signore sa a chi appartiene quello scritto, sa a chi egli ha dato quel pensiero, sa a chi egli elargisce quella parola, per cui chi deruba il suo fratello delle sue opere, verrà severamente punito.
E questo non potrà beneficiare dei meriti di quelle opere perché non sue.
Quindi le preghiere, le azioni, le opere qualsiasi cosa l'uomo faccia verso il mondo, verso Dio, è sempre e sempre rimarrà personale sarà il suo biglietto da visita, il suo olio che gli permetterà di giungere all'incontro con lo Sposo Celeste. Per cui il Signore ci pone nelle nostre mani, nelle nostre menti tutte le possibilità di arrivare a questo incontro con il massimo grado possibile per noi umani.
Quindi le vergini sagge hanno fatto buon uso della conoscenza del Signore, e buon uso di questo olio che avevano raccolto per questo momento. Le spose o gli sposi sono tutti gli esseri umani che voglio raggiungere lo Sposo Eterno!


Il concetto dei venditori!
Le vergini sagge rispondono alle altre, se volete nuovo olio dovete andare comperarlo, ma chi sono i venditori, a chi fornisce la materia prima, e dato che l'olio si ricava dall'albero dell'ulivo, quindi da Cristo, e si ritorna ancora una volta allo stesso concetto, le preghiere, le opere, le messe, la confessione, il credere, questo serve per ottenere l'olio che l'albero ti dà, quindi il venditore altro non è che Cristo stesso i primis e la Chiesa nei suoi apostoli come suoi pastori, ecco i venditori sono coloro che elargiscono le benedizioni, le messe, l'eucarestia, la confessione, il battesimo, la cresima, l'effusione, etc e ovviamente tutte le opere e le preghiere.

Il dire compratevene sta ad intendere di meritarle, non si può comperare le vita eterna, si può solo meritarla.


10 Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa.
 11 Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici!

Cosa intende dire che lo sposo non attende i ritardatari, o tu hai compreso quanto esso ti dice, oppure rimarrai fuori, non c'è via di mezzo. O tu fai della tua vita un tabernacolo di preghiera, di opere di bene per il mondo per la gloria di Dio, o tu non entri nel Regno Celeste.


12 Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. 
13 Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora.

Ed infatti Gesù risponde loro, io non so chi siete voi, non vi conosco , ma non perché egli non le conosce, ma perché esse non si sono presentate al momento giusto con l'olio pronto per quel momento, il fatto stesso che Cristo si presenti di punto in bianco all'improvviso è la stessa parabola del ladro che viene di nascosto.

Fa capire che la nostra vita è appesa ad un filo, oggi ci siamo domani no, come ci presenteremo allo sposo eterno? Con l'olio o senza, il come ce ne andiamo da questa terra non ha alcuna importanza, ha importanza per chi rimane, ma per chi se ne va perde qualsiasi valore, l'unica cosa che importa è aver con se molto olio in piccoli contenitori, cioè aver tante preghiere, ma sopratutto tante opere, sono queste principalmente ciò che ci fanno acquistare l'olio, il combustibile per le nostre anime. Quindi fino alla fine della nostra vita noi dobbiamo sempre instancabilmente agire per ottenere tutto l'olio possibile senza mai guardarci indietro, quanto ne abbiamo accumulato, perché non dobbiamo guardare, dobbiamo sempre pensare che quello che abbiamo fatto è poco sempre troppo poco, così facendo arriveremo alla soglia della vita che può essere in qualsiasi momento  non con una borraccia l'olio, ma con cisterna di ampolle di olio.

Il caso attuale dei terremotati o quelli che ogni giorno perdono la vita sulle montagne, in mezzo al mare, nelle tempeste, etc o dei decapitati a morte dall'ISIS oppure i morti per malattie, tumori, è un esempio come la vita può sottrarre inaspettatamente una adulto, un bambino, un anziano, chiunque bianco, nero, giallo, mulatto, rosso, marziano. Fa capire che all'improvviso tutto cambia, e all'improvviso otterremo il nostro merito o demerito, avremo la condanna o la palma della vita eterna, tutto sta a noi, il Signore non attende che andiamo a prenderci l'olio che ci manca, quindi quando veniamo avvertiti da qualcuno o dal Signore dobbiamo subito correre ai ripari e non attendere che qualcosa ci svegli, dobbiamo subito provvedere perché quella è una grazia che il Signore ci fa, per salvarci non per farci del male, Invece molto spesso l'uomo trascura e sottovaluta, e quando saremo di là ci dirà vi ho dato, vi ho fatto capire ma non avete inteso. Per cui il mio consiglio sincero, è far del bene meglio che potente nelle vostre possibilità, ma senza curarsi di quanto; date più che potete di quello che ricevete.


14 Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni.

Questo è un altro esempio che Gesù fa sempre in riferimento allo stesso discorso, ma posto in modo diverso, in questo dice, questo fatto mi ha portato alla mente un fatto accaduto ad un persona di mia conoscenza, ve lo racconto è identico a quanto il Signore va qui dicendo.

Molti anni or-sono una donna che conoscevo andò in pensione, e cosa fece, nel cuore suo voleva in qualche modo dar ad ognuno dei due figli qualcosa, quel poco di soldi che le avevano dato dalla liquidazione della pensione li divise a metà, facendo esattamente quello che è la parabola dice, metà per ognuno; dopo poco tempo la donna ebbe bisogno di soldi, in più, ma uno dei figli si rifiutò, e l'altro li restituì tutti.

Ecco vede questo esempio è esattamente quanto Gesù dice di quell'uomo che ha dato ai servi i suoi averi perché questi li custodissero, perché così nulla di quello che possedeva diventò preda di sciacalli e vada perso. Ci fa capire che l' eredità che Cristo ci ha lasciato non deve essere lasciata nelle mani sbagliate, ma nelle mani di chi porta a frutto questa eredità.


15 A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. 
16 Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque.
17 Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.
18 Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.


Dice che ad ognuno consegno dei danari, i talenti in questo caso sono considerati il danaro, ma nel pensiero di Cristo in realtà il talento è un abilità, una virtù qualcosa che viene dato ad ognuno e che noi dobbiamo sfruttarlo al massimo e al meglio, non per essere belli, grandi forti, ricchi, essere osannati dagli uomini, ma per dar dimostrazione al mondo di quanto Dio è! Il talento ha il suo scopo di essere, nel dimostrare all'uomo la magnanimità di Dio. Il fatto che l'uomo in questione che altro non è che Dio stesso, conceda un numero diverso di talenti, indica proprio che ad ogni essere umano da qualcosa di diverso e con diversi gradi, c'è chi da a 1 che chi da 100, anche dello stesso tipo di talento, per cui quello che una persona ha deve essere fruttato al massimo finché siamo in vita, proprio perché la vita è breve. Cosa volete che siano 100 anni a confronto dell'eternità, ma questi 100anni valgono come l'eternità perché con questi conquistiamo l'eternità, quindi per taluni l'eternità arriverà 10-20-30-40-50-60-70-80-90-100- e più anni ma per quel poco che abbiamo da vivere dobbiamo sforzarci a dar il massimo che possiamo per ottenere la vita eterna. Quindi bisogna sfruttare al meglio possibile il talento che Dio ci dona, ovviamente ci possono essere dei limiti alla sfruttabilità del talento, ma in qualche modo il Signore ci mostra delle alternative, dobbiamo essere noi capaci di coglierle, sempre però nel rispetto della giustizia, delle verità, dell'onesta. Etc.


 19 Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro.
 20 Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque.
 21 Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.
 22 Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due.
23 Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. 
24 Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso;
 25 per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo.


Signore, so che sei un uomo duro”
Questa frase è molto interessante, Gesù dice di se stesso di essere duro, è Gesù che fa il discorso, perché dice di se stesso così? Poteva tranquillamente mettere un altra parola! Ed invece usa proprio la parola giusta, dice di se che è duro, ma non nel senso cattivo del termine, ma proprio nel senso di rigido, cioè che non tollera l'errore, essendo Gesù un giudice non potrebbe essere diversamente, un uomo giusto, è un uomo che è rigido, fermo, nei suoi principi e non li cambia per nessuno, anche come disse” posso fare delle mie cose quello che voglio “ sta a sottolineare che può disporre come meglio crede e come meglio vuole, però la parola duro identifica un aspetto intransigente. 
Ciò quello che è, è! La Parola non si cambia.


Ho dimenticato di spiegare questo pezzo...


 "per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo."

L'uomo temendo di perdere il talento dato, invece di investirlo come il Signore poi gli dirà, lo pone sotto terra o dentro in un cassaforte, cioè lo cela, lo nasconde. Quindi non sfrutta quel talento dato, non lo fa lavorare, e non lo mette a frutto, temendo di perderlo, probabilmente quest'uomo per pigrizia non vuole scomodarsi, non vuole agire per il bene degli altri, si perchè il talento dato non gli appartiene è un qualcosa che questa persona non sente suo, per cui non si sente obbligato a sfruttare quel danaro dato, e per non perderlo lo pone nella cassaforte, in modo che quando torna il padrone visto che non lo ha perso glielo restituisce, questo fu il suo ragionamento, ma il padrone voleva invece che quella persona sfruttasse quel talento, lo mettesse in opera, per ottenerne di più. Lo stesso paragone lo si può fare con un bel gioiello che rimane richiuso in cassaforte, questo a cosa serve se non viene usato? A nulla. Ora che ci penso anche i 10 segreti di Medjugorje sono la stessa cosa, essi sono stati posti in cassaforte, perchè in questo caso la Madre di Dio gli disse di celarli e non rivelarli a nessuno, cioè di nascondere il contenuto. Anche a Fatima la Madre di Dio disse a Suor Lucia che doveva celare quel segreto, ma poi quando la stessa interrogo ancora la Madre di Dio, sul fatto di rivelare il segreto Essa le rispose che era quello che Dio voleva, questo ci fa capire una cosa importante, che quello che la Madre di Dio disse a Medjugorije e che loro non compresero, è che Dio voleva porre queste persone alla prova, prova che non hanno superato, perchè in realtà Dio voleva che quei segreti venissero rivelati molto tempo fa, perchè mediante essi, si compisse la volontà di Dio. Anche se suon Lucia rivelò alla chiesa il segreto, ma la chiesa non rispetto al volta volontà di Dio e tenne il segreto celato, anche in questo caso i Medjugorjani stanno facendo lo stesso errore, credendo che la Madre di Dio voglia che tali segreti rimangono segreti, cosa non vera, perchè i segreti se esistono sono come i Talenti, se non li sfrutti nella loro interezza cioè rivelando il contenuto che racchiudono, li perdi. In breve questi presunti segreti altro non sono che delle prove, prima di tutto per gli stessi veggenti di Medj, ma anche per tutti gli altri.


Ora cosa sono i talenti e come si può sapere quali ognuno di noi possiede?

Bisogna fare un passo indietro e chiederci come noi umani, possiamo scoprire i nostri talenti, cioè le abilità, capacità, virtù, etc che ognuno di noi possiede, alle volte sono simili, alle volte c'è chi ne ha di più e chi ne ha di meno delle stesse, alle volte c'è chi ne ha troppi. 

Come possiamo noi umani scoprire quali talenti abbiamo?

Diciamo che un po ci viene in contro l'educazione e lo stesso apprendimento che facciamo durante tutta la nostra vita. Un esempio personale; fin da piccolo amavo fare tutti i pastrocchi del mondo, con tutto quello che avevo a portata di mano, non mi limitavo in nulla, ero di una curiosità che non v'era nessuno più curioso di me, quasi ficcanaso a dir la verità e questo mi fece comprendere fin da subito un innata passione per tutto quello che era la creazione, non vi era nulla che non m'interessasse, a tutto dovevo dar una spiegazione, dalla chimica a qualsiasi altra cosa, all'età di 3 anni, conoscevo tutto l'organismo umano, tant'è vero che sapevo a quell'età far una diagnosi, i medici all'ospedale mi interrogavano spesso, mostrandomi le lastre Rx che io con molta facilità sapevo leggere. Quindi compresi che potevo fare qualsiasi cosa mi sarebbe piaciuto, perchè avevo una grande facilità nel conoscere  le cose anche senza conoscere ne leggere nulla, ma crescendo poi mi accorsi che sapevo anche disegnare, senza quasi nessuno me lo insegnasse, alle elementari nessuno me lo insegno, questa facoltà era in me innata, come anche per mia madre, anch'essa era molto curiosa da bambina, e scoprì fin da piccolissima questa sua dote del canto e musica, tanto che ogni tanto mi racconta ancora oggi, che durante il periodo della guerra quando a non più di 8-9 anni si metteva a cantare le arie che sentiva alla radio, tipo della Toti del Monte, Mario del Monaco, etc, quindi anche per lei era un dono quella sua voce e le altre sue capacità o talenti. 
Da questo si può capire, quali siano i talenti personali che dei propri figli, quindi il metro valutativo è quello di provare a far qualsiasi cosa, se ne sei proprio del tutto negato, allora non fa per te, ma se hai anche qualche vaga speranza forse con un po di addestramento emergono questi talenti, certi invece lo dimostrano senza problemi e ne sono anche molto attratti, un bambino che ama scherzare potrebbe essere adatto ad essere un comico, un attore o anche un sacerdote, per questo non bisogna impedire a figli nulla, perchè essi devono provare di tutto, per capire quali siano le loro passioni che potrebbero essere i loro talenti. Per un adulto, scoprire i talenti dovrebbe essere più semplice, semplicemente devo provare, se non si prova non si potrà mai dire che non si ha quel talento, per cui bisogna solo sforzarsi, un esempio io conosco un bravo ingegnere meccanico, che è anche avvocato, esso mi disse che non gli piaceva l'arte e non ci capiva nulla, allora gli ho chiesto se sapesse disegnare, mi rispose non proprio, nel senso che aveva sempre usato il computer e il disegno tecnico, ma disegnato nulla in modo artistico disse che non gli piaceva e gli chiesi se aveva provato mi disse di si, ma io ero insistente tanto che gli feci delle lezioni di come si vede un immagine e come questa modella la tua vita, la cosa curiosa sopratutto era una sfida per lui, un ingegnere che non sa disegnare è un po strano, per cui segui dopo 3 mesi, finito il breve corso per altro per corrispondenza. Si accorse che gli piaceva si disegnare, che gli piaceva anche l'arte, precedentemente la natura la vedeva in modo asettico come se fosse un qualcosa di anomalo, ora, passa molto tempo ad osservarla e si meraviglia di quanto c'è nel mondo, ha imparato e capito quale sia il suo vero colore quello interiore, perchè prima diceva che era il blu, ma io ne dubitai subito, per alcune caratteristiche della persona, ed infatti avevo ragione. 

Questo per far capire che spesso noi ci priviamo di tante cose, pensando di non esserne capaci, quando invece abbiamo molti più talenti di quanti immaginiamo. Bisogna solo aver coraggio e provare. E' come imparare a nuotare o guidare una bicicletta o leggere, etc, bisogna farlo perchè è utile, quindi anche i talenti vanno scoperti e solo provando si conosce quali siano. 



 26 Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso.


sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso.”
Indica che per conoscere bene queste cose, era uno dei suoi o un studioso della scrittura e che la meditava, eppure pur sapendo, non ha agito come il Signore si aspettava da lui. In questo ci fa comprendere anche un altra cosa, che nella scelta a chi dare i talenti, il Signore ha scelto in maniera giusta e corretta, nel senso che ha dato tanto a chi aveva poco, e ha dato poco a chi sapeva tanto, cioè a chi è addentro alle cose di Dio, cioè a chi è già nella sua chiesa, da poco, perché essi già conoscono la via giusta, e hanno nelle loro mani la conoscenza per far tanto e far fruttare quel tanto, anche se è poco. Le lagnanze che io ho sentito negli anni, di diversi preti che dicevano per lei si io no? Ecco spiegato, il motivo, i preti si lagnano che non sentono Dio, ma perché in realtà loro lo hanno già ricevuto in altra forma, e quindi hanno poco, in senso di talenti, ma essendo già dentro la chiesa hanno un vantaggio non da poco nei confronti di tutti. Questo è il giusto equilibrio, chi è nella chiesa e studia la parola di Dio, già la conosce per cui, non può pretendere tanto, quando ha già tanto, gli verrà dato il giusto, meno di quello che darà il Signore a chi non è nella chiesa e non sa.


 27 avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse.
 28 Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti.
I questo caso parla del danaro, come un mezzo per ottenere un risultato.


 29 Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. 

Questa frase è molto interessante.


chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza”
chi non ha sarà tolto anche quello che ha”

come si vede le due frasi sia Matteo che Luca riportano frasi simili con concetti simili... 
in sostanza dicono la medesima cosa.

perché “indica spiegazione.

(Ha) questo verbo avere è il nocciolo della frase.

(A chi Ha) cioè a chi ha lo Spirito Santo in se! (Sara dato) un dono!!!

a chi ha sarà dato””  se questo non è un ascolto uditivo, è un ascolto spirituale, di conseguenza alla persona che sarà dato, si riferisce al dono spirituale. Ma è sempre in relazione con le altri frasi soprastanti.. quindi di che dono parla? del dono dell’interpretazione corretta della scrittura celata.
E sarà nell'abbondanza “ cioè il suo ricevere indica che avrà quello che è giusto. 
L'abbondanza in questo caso non intende dire il sovrappiù, ma il giusto, che è sufficiente per lui per portare a termine quello che deve fare.
ma”eccezione
(a chi non ha) chi non ha lo Spirito Santo in se, sarà tolto quel che eventualmente potrebbe avere. Questo significa che tutti gli esseri umani nascono con qualche dono,  ma se essi non lo curano, quindi ascoltare nel modo giusto mettendosi in ascolto dello Spirito,  il dono lo perdono.

“ a chi non ha sarà tolto” ciò che ha.

Intende dire che gli verrà tolto anche quell'unica cosa che possiede, perché non la sa usare, come gli è stata data.


Fino a qui, la parabola è diventa semplice e chiara …

Gesù ci dice, che ciò che è celato deve essere rivelato da chi ha la capacità non mentale non culturale, ma spirituale di comprendere la sacra scrittura, perché tutto quello che è stato rivelato nella sacra scrittura è lì a disposizione, di chi ha lo spirito della rivelazione, ma per ottenere un dono dallo Spirito Santo bisogna mettersi in ascolto cioè fare silenzio dentro di noi, ascoltare e far parlare lo Spirito Santo. 



30 E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.

Il servo fannullone è il credente che non vuole aiutare il suo padrone, nel portare frutto, senza comprendere che in realtà quell'aiuto che il padrone gli chiede, serve non solo per aumentare la rendita, ma sopratutto  lo stesso credente, che così facendo, il suo lavoro sfruttando al meglio il suo talento, lo impegnerà per ottenere anche la sua salvezza. Quindi coloro che non vogliono usare i loro talenti o pregi o virtù esse possono essergli tolte e date a chi ne ha molte di più, perché meglio le sa usare.


31 Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria.

Dice. il Figlio dell'uomo, questo l'ho trattato in altro articolo, il primo uomo.

In questa frase Gesù si identifica proprio come la persona di Dio....perché?
Vediamo di capire, dice verrà nella sua gloria, se avesse detto verrà nella gloria si sarebbe identificata la gloria in senso assoluto del termine, invece introduce l'aggettivo sua, cioè propria, come se esiste anche un altra gloria, forse fa distinzione tra Padre e Figlio, è proprio così, distingue il Padre dal Figlio dicendo che anche il Figlio ha sua gloria, e anche egli ha il Suo esercito, ed anche egli ha il Suo trono. Però in apocalisse dice che il figlio siede alla destra del Padre, questo significa che siede su un trono composito, formato da altri troni, dove però Padre e Figlio sono seduti vicini e sullo stesso livello, tanto da apparire un trono unico. Quindi gli angeli di Gesù sono un dono di Dio al Figlio. In Pratica Gesù ha conquistato la sua Gloria innanzi al Padre Celeste, con la nascita, martirio, morte, risurrezione, e ha conquistato i suoi angeli, così ha un suo trono.


32 E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri,
 33 e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
La sua funzione di Giudice. In pratica parla del trono del giudizio.


 34 Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.

Il Re è se stesso, Cristo, venite benedetti del Padre il fatto che faccia riferimento al Padre come soggetto separato, è perché lo è. E' unito e allo stesso tempo separato.


 35 Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato,
 36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.
37 Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere?
 38 Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito?
 39 E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? 
40 Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.

 41 Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli
.42 Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere;
 43 ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. 
44 Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?
 45 Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me.
 46 E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».



Il messaggio soprastante è chiarissimo non ha abbisogno di nulla, se non essere compreso, perché di facilissima comprensione.

I Talenti non sono solo i doni dello Spirito Santo, ma qualsiasi capacità umana,  si dice ad un artista che ha talento, ad un musicista, ad un cantante, ad un ingegnere, ad un medico, ad un oratore, un avvocato, un finanziere, un banchiere, un religioso, etc. 



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Ho sempre scritto che personalmente divido i testi che Dio da me, da quelli che non sono dati da Dio a me, apponendo al testo il termine Messaggio, per far capire che il testo viene da Dio, mentre dove non vi è scritto"MESSAGGIO" sono io che scrivo e quindi da prendere con le pinze, non farò mai come facevano i profeti di un tempo che mescolavano i loro pensieri ai testi ricevuti da Dio , per cui tutto diveniva di Dio, anche le eresie, poi insegnate anche attualmente dalla chiesa ai successori."Bisogna anche dire che data l'istruzione che ricevetti da Dio fin da bambino, è indubbio che alle volte faccio uso di essa, però posso sempre errare, non sono Dio!